E fuvvi un giorno che passò furiando, quel bieco fantasma della guerra; allora udissi un cozzar d'armi, un saettar di spade, un tempestar di carri e di corsieri, un grido di trionfo e un uluante urlo e colà ove fumò di sangue il campo di battaglia, un luttuoso campo santo levarsì, e un'elegia di preghiere, di pianti e di lamenti.

venerdì, giugno 30, 2006

Fibra de che?

Mi chiedo a chi possa far male?
Come stile non c'è male: visto e rivisto, ok, però almeno sembra che ci sappia fare.
I testi, vabbè... Anche Toto Cutugno ci uccideva con storie sulle mamme e sui figli.
Questo parlerà dei figli che uccidon le mamme o di quelli "anormali".

Che poi nei locali si rischi che alcune mani vadan a finire tra i pacchi: succede.
Si potrebbe consigliare a questo tipo di frequentare posti meno ambigui.
San Pietro?
O anche lì qualche mano morta esiste?

Qui sotto quello che dice, ognuno pensi ciò che vuole.
-----

Dopo l’ennesima grappa mi gratto una chiappa
entrando in un club con in testa una zappa
ho bisogno di affetto finché sta pasta fa effetto
Scendo in pista come il Piotta quando si veste da surfista
ho la mente del masochista
quando ballo come un teppista
questo gay Che mi si avvicina cosa pensa tra noi esista
quindi io gli volto le spalle
ma sto gay mi tocca le palle
io mi scanso verso l’uscita
cazzo che figa che è quella tipa
e questa ragazza si che mi ingrifa
lecca la lingua della sua amica
poi mi ficca questa pasticca in bocca
ma c’è un gay che mi è dietro e tocca
un altro gay che mi lecca il collo
io fuggo in un corridoio
e mi ritrovo una giapponese
in un privé a luci rosse accese
Sembri avere un bel figurino
vuoi passare un bel momentino
paga prima non c’è scontrino
cento euro e ti fai il festino
Tokio Pechino culo e bocchino
cinque ragazze nel salottino
scegline una e paga bambino.
E non mi sembra vero ma ce l’ho fatta
quindi prendo il portafoglio pago e svuoto la sacca
sono talmente ubriaco che sbaverei su queste fighe
ma con un cazzo atrofizzato dopo che ho fatto cinque righe
comunque svolto questa sera mi sono scelto la più seria
la giapponese in giarrettiera
con una faccia che sembra a sfera
che mi tocca la bomboniera
la seconda pasta fa effetto
sette chili in sette giorni tipo la clinica di Pozzetto
io rimango in piedi eretto con in mano il mio biglietto
e davanti un gabinetto In mezzo a due camere da letto
la tipa entra in una e fa l’occhietto
avanti vieni che ti aspetto
mi fiondo dentro come il proiettile sparato in testa a Carletto
con un cazzo che è un carciofo e uno scroto che è uno scrofo
Sono due mesi che non scopo quindi immaginami dopo
due secondi e son già nudo questo è il vero sesso crudo
lei mi tampona La cappella con la bocca pronta a fare judo!

E non mi sembra vero ma ce l’ho fatta
Non capisci voglio solamente dare una botta
Voglio darti una botta darti una botta voglio darti una botta
Molte ragazze per averle è una lotta
Quando in fondo vorrei solamente dare una botta
Voglio darti una botta darti una botta voglio darti una botta
E se un domani mio figlio andrà con una mignotta
Vorrà dire anzi vorrà dare solo una botta
Voglio darti una botta darti una botta voglio darti una botta.
è la prima volta che pago ad una scrofa
che mi infila il profilattico
lubrificato in modo tattico
questo è l’attimo edilliaco aumenta il battito cardiaco
lei mi dice vieni bello avanti spruzza quel pisello
però il mio cuore è un tamburello
batte come uno scalpello
perché ho preso un po’ di questo e perché ho fumato un po’ di quello
ho la faccia come un fringuello morto appeso a un ramoscello
dalle orecchie sto sborrando fuori mezzo mio cervello
ma non vengo anzi rigetto
sbavo e corro in gabinetto
la tipa che urla resta a letto!
cazzo è un incubo st'effetto!
Io mi getto sulla tazza cagnolando la mia razza
vomitandomi sul cazzo la giapponese che si incazza
mentre nella stanza accanto stanno scopando come cinghiali
Io collasso tra le mura di tutti quanti sti maiali
ma ormai il tempo è scaduto e io mi rivesto In cameretta
ma arriva il gay che apre la porta e mi dice: ti faccio una pugnetta!

Molte ragazze per averle è una lotta
quando in fondo vorrei solamente dare una botta
voglio darti una botta darti una botta voglio darti una botta
e se un domani mio figlio andrà con una mignotta
vorrà dire anzi vorrà dare solo una botta
voglio darti una botta darti una botta voglio darti una botta

giovedì, giugno 29, 2006

Metro(...)sexual

8.45 Lambrate - Metropolitana

Atto primo
Tipa (bassa lampadata -come odio chi si fa le lampade!!!- e molto "milano alternativa ma ricca") accompagnata da un tipo (alto e grosso faccia da tonto iper alla moda)
Lei: Ma quando kazzo toglieranno quella pubblicità?
Lui: Quale?
Lei: Quella D&G con i giocatori della nazionale mezzi nudi...
Lui: Non ti piace?
Lei: Può piacere solo ai FROCI una roba del genere!
Lui: Non ci avevo pensato...

Atto secondo
Il ragazzino che vedo chieder l'elemosina da undici anni (ora avrà 19 - 20 anni) ha cambiato tattica: non sale più sul vagone, non canta, non suona, non urla, non puzza, non sorride, non si veste male.
Bensì si avvicina a donne e uomini.
Alle prime chiede "Hai un pò di soldi? ho fame..."
Ai secondi: "Ho il kazzo grande, ti va?"

Atto terzo (muto)
Sul vagone salgono 3 orientali con carrello.
Il carrello è pieno di verdura radioattiva da vendere abusivamente in qualche mercato rionale.
[Accantoniamo le riflessioni socio-politico-culturali]
Un odore misto rutto di mummia e cacchina di lombrico si spande per il treno.
Fermata....
TUTTI tranne gli orientali scendono.
Si affollano i vagoni adiacenti.

Atto quarto
In questi giorni a Milano si celebrano le sfilate maschili.
Visioni angeliche di giovani ragazzini accompagnano i miei viaggi.
Però un dubbio: sono donne vestite da uomini o uomini vestiti da donne? O altro ancora?

mercoledì, giugno 28, 2006

Anto', fà ccaldo!

Da questa mattina son stato in macchina 4 ore e devo ancora tornare a casa.
Nel mio scatolino giallo pensavo di essere un bastoncino findus nel forno, in attesa di esser sbranato da qualche dente avvelenato.
L'aria condizionata però rende bene.
In questo momento (ufficio), S. ha posizionato la leva su 21 :)
Tutti a parlar male di questo caldo, ma secondo me però è solo estate, che altro può essere?
A dicembre ci lamenteremo della neve...

Per le strade mercenarie del sesso
che procurano fantastiche illusioni
senti la mia pelle come è vellutata
ti farà cadere in tentazioni

Per regalo voglio un harmonizer
con quel trucco che mi sdoppia la voce
Quest'estate ce ne andremo al mare per le vacanze

Un'estate al mare, voglia di remare
fare il bagno al largo
per vedere da lontano gli ombrelloni-oni-oni
Un'estate al mare, stile balneare
con il salvagente per paura di affogare...

Sopra i ponti delle autostrade
c'è qualcuno fermo che ci saluta
senti questa pelle com'è profumata
mi ricorda l'olio di Tahiti

Nelle sere quando c'era freddo
si bruciavano le gomme di automobili
Quest'estate voglio divertirmi per le vacanze...

Un'estate al mare, voglia di remare
fare il bagno al largo
per vedere da lontano gli ombrelloni-oni-oni
Un'estate al mare, stile balneare
con il salvagente per paura di affogare...

Quest'estate ce ne andremo al mare
con la voglia pazza di remare
fare un po' di bagni al largo
e vedere da lontano gli ombrelloni-oni-oni

martedì, giugno 27, 2006

La resistenza del mostro

"Salviamo il mostro. Perché sappiate che questo nostro esperimento antimercato rischia di chiudere. Noi ce la mettiamo tutta ma la risposta spetta a voi lettori de il manifesto e ai non lettori che tuttavia pensano che questo giornale sia un utile personaggio nella commedia, o tragedia, che stiamo vivendo. "
Francesco Paternò

Posso dire una cosa anche se non è di sinistra?
Il Manifesto è agitato per motivi di (vile) denaro da quando vive, ci sarà un problema, no?
L'ho sempre letto e lo trovavo interessante; di parte ovviamente, ma in grado di offrire un'informazione, o meglio, un punto di vista sui fatti che sempre dava spunto per idee, approfondimenti, posizioni da prendere...
Poi piano piano la qualità è scemata (non solo dal punto di vista contenutistico), e l'ho abbandonato.

L'ultimo numero comprato risale a qualche settimana fa, e avevo trovato:
- grafica orribile che rendeva illeggibile il giornale,
- carta scadente e inchiostro che lasciava tracce nere (alla fine della lettura sembrava di aver in mano un frammento di Qumram)
- inumerevoli errori sia nella scrittura delle parole che nella composizione dei periodi (revisioni non aggiornate dei testi, etc)
- notizie vecchie (alcune di giorni prima)
- analisi ultra schierata dei fatti (senza nemmeno capacità critica)
- pagina culturale che sembrava quella di un bollettino di parrocchia degli anni 50 per qualità delle recensioni
- mancanza dell'OROSCOPO (e che senso ha un giornale senza oroscopo?)
- ...

Di fronte a queste evidenze, mi chiedo come possa un lettore spendere uneuroedieci per un giornale siffatto?
Piuttosto meglio il muffoso Corrierone.
La testata del Manifesto è prestigiosa e significa molto nella storia d'Italia.
Ma la storia ha senso continuarla se si hanno idee, capacità e soprattutto volontà di continuare in un progetto d'eccellenza.
Se si vuol vivere di rendita per la vecchia gloria e pensare che qualunque sia il prodotto finito il lettore deve dire si (manco fossimo ai tempi della Pravda) proprio non ci siamo.

lunedì, giugno 26, 2006

C'è chi dice no

Ok, siamo solo all'inizio, ma i numeri (stavolta) sembrano chiari.
Mai come ieri son stato felice di dire NO.

Dopotutto...
"Il genio è un uomo capace di dire cose profonde in modo semplice."
Charles Bukowski

venerdì, giugno 23, 2006

La ricerca del tempo perduto - Dalla parte di Harlock


Chi di noi da bambino non ha sognato di fidanzarsi con un cartone animato?
Io volevo sposare Capitan Harlock.
Magnifico!

Volevo l'avventura, il mantello nero e il cuore bianco, la bandiera col teschio, gli sconosciuti pianeti...

---
Capitan Harlock!
Capitan Harlock!Capitan Harlock!

Un pirata tutto nero che per casa ha solo il ciel
ha cambiato in astronave il suo velier [ urrà! ]
il suo teschio è una bandiera che vuol dire libertà,
vola all'arrembaggio però un cuore grande ha [ uau! ]

Il suo teschio è una bandiera che vuol dire libertà,
vola all'arrembaggio però un cuore grande ha [ urrà! ]

Capitan Harlock!
Capitan Harlock!

Fammi rubare Capitano un'avventura
dove io son l'eroe che combatte accanto a te,
fammi volare Capitan senza una meta
tra i pianeti sconosciuti per rubare a chi ha di più

Capitan Harlock!

Come un lampo è il suo pugnale che lui lancia contro il mal,
ma è un uomo generoso come il mar [ uau! ]
nel suo occhio c'è l'azzurro, nel suo braccio acciaio c'è,
nero è il suo mantello, mentre il cuore bianco è [ urrà! ]

Capitan Harlock!
Capitan Harlock!

Fammi rubare Capitano un'avventura
dove io son l'eroe che combatte accanto a te,
fammi volare Capitan senza una meta
tra i pianeti sconosciuti per rubare a chi ha di più[ urrà! ]

Nel suo occhio c'è l'azzurro, nel suo braccio acciaio c'è,
nero è il suo mantello, mentre il cuore bianco è [ urrà! ]

Capitan Harlock!
Capitan Harlock!

Fammi rubare Capitano un'avventura
dove io son l'eroe che combatte accanto a te,
fammi volare Capitan senza una meta
tra i pianeti sconosciuti per rubare a chi ha di più.

giovedì, giugno 22, 2006

Incontriamoci sull'ascensore


Un algerino che vive a Roma, laureato in filosofia, di prosfessione antropologo è secondo voi capace di raccontare gli italiani (del sud, del centro e del nord) e gli immigrati che colorano il nostro paese?

Amara Lakhous si!

Ho trovato per caso dal mio libraio "Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio" e, ad esser sincero, l'ho preso perchè la copertina era decorata in modo molto originale.
In realtà il volume si è rivelato uno splendido oggetto multiuso:
A) romanzo giallo con tanto di ispettore che spiega il mistero alla Poirot (con finale e controfinale)
B) spassosa commedia sugli usi e costumi degli italiani e degli invasori barbarici
C) interessantissimo saggio sull'incapacità del nostro paese di realizzare una vera integrazione, non solo con gli immigrati, ma anche tra le diverse tipologie di cittadini (ricchi-poveri, terroni-settentrionali, buoni-cattivi, laureati-analfabeti, ...)

Sorprendente poi che la storia e l'analisi siano state scritte da un uomo che tutti identificano come straniero, e che si è dimostrato invece capace di vedere la realtà invisibile agli occhi di noi italiani.
Un libro che mi ha entusiasmato e che consiglio a tutti.

Buona lettura.

mercoledì, giugno 21, 2006

Ozon Terapia

Un lui giovane e un lui postadolescente sono in vacanza al mare...
Il lui più piccolo si annoia, quindi, con la sua tinta biondo platino, si improvvisa Sheila e canta "Bang Bang" come una cucciola di dalmata in cinta e senza marito da tre mesi.
Il lui grande, vedendo lo spettacolo, si annoia a sua volta e si dirige in spiaggia dove nudo prima nuota e poi si sdraia al sole.
Arriva una giovane fanciulla che propone al lui grande di fare l'amore.
Il lui grande acconsente e dopo essersi appartato nel bosco e essersi fatto infilare il preservativo si esibisce in un'ottima performance.
Ritorno in spiaggia, la coppia (lui-lei) scopre che a lui han fottuto il costume da bagno.
Soluzione?
Che lui indossi l'abitino di lei.
A casa il lui postadolescente si ingrifa vedendo il lui grande con il prendisole.
Scopata di rito.
Poi....

Basta, basta, finiamo il racconto, altrimenti che gusto c'è?
Se volete guardatevi il film!!!
Che è?
Une Robe d'été (1996) di Francois Ozon uno dei miei registi (contemporanei) preferiti (sua ad esempio è la trasposizione cinematografica delle pietre roventi di Fassbinder).
La scoperta del corto è tutto merito di M. che con la sua pazienza da certosino mi regala perle visive.

Me lo sono visto ieri sera in preda ad una crisi bulimica soddisfatta con cigliege e Grand Soleil Ferrero (il nome francese s'addiceva perfettamente alla serata): prodotto innovativo della casa della Nutella che però mi ha un poco deluso.

Un film da consigliare per un preserata estiva sia alle ragazze che ai ragazzi (indipendentemente dai gusti sessuali): potrebbe ispirare nuove iniziative.

Nel frattempo io mi scarico e ascolto la canzone...

Nous avions dix ans à peine,
tous nos jeux étaient les mêmes,
aux gendarmes et aux voleurs,
tu me disait droit au cœur:
bang-bang. Tu me tuais,
bang-bang et je tombais,
bang-bang et ce bruit-là,
je ne l'oublierai pas.

Nous avons grandi ensemble,
on s'aimeaient bien, il me semble.
Mais tu n'avais que de passion
que pour tes jeux de garçon.
Bang-bang, tu t'amusais,
bang-bang, je te suivais,
bang-bang et ce bruit-là,
je ne l'oublierai pas.

Un jour tu as eu vingt ans.
Il y avait déjà longtemps
que l'amour avait remplacé
notre amitié du passé.
Et quand il en vint une autre,
on ne sait à qui la faute,
tu ne m'avais jamais menti,
avec elle tu es parti.
Bang-bang, tu m'as quitté,
bang-bang, je suis restée,
bang-bang et ce bruit-là,
je ne l'oublierai pas.

Quand j'aperçois des enfants
se poursuivre en s'amusant
et faire semblant de se tuer,
je me sens le cœur serré.
Bang-bang, je me souviens,
bang-bang, tout me revient,
bang-bang et ce bruit-là,
je ne l'oublierai pas.

martedì, giugno 20, 2006

Regalità

Non potrò che esser sempre più grato a quei 12.717.923 italiani che il 2 giugno 1946 votarono REPUBBLICA.
Certi clown meglio lasciarli alle bocchinare e alle sciatrici d'acqua.

Devo però dire che la lettura delle intercettazioni telefoniche in questi giorni mi fa divertire come non mai.

Avanti, Savoia!

Da Dagospia
L’IDEA FISSA
Quella delle prostitute è una specie di mania per Vittorio Emanuele.
I suoi incontri con Monica, Sonia sono anche al centro di registrazioni. Microspie nei luoghi, in gran parte camere d’albergo, nella speranza, senza alcun esito, di acquisire notizie investigative. Il principe parla con Ugo Bonazza, che gli dice: «Ecco, se lei ha voglia di passarsi un’oretta...».
Vittorio Emanuele cerca di sapere chi sia la ragazza disponibile, mostra preferenze: «Ma lei aveva detto che ne aveva un’altra che era molto meglio, che faceva».
Bonazza: «Sì, ce ne ho un’altra, però devo venire su io. Però lì dobbiamo andare a Campione, capisce?».
V.E.: «Ma quella che doveva venire a Cavallo e non è mai venuta?».
B.: «Sì quella lì, la famosa. No, no, ma è a posto. Ha fatto pace. Ha fatto, insomma, parlato e si è scusata e è disponibile. A (...) son sempre ottocento euro».
V.E.: «Ah sì, glieli ha fottuti?».
B.: «No, Monica viene. La Monica viene domani. Non c’è problema. L’altra ragazzina viene e aho! Le insegnerà lei un po’ di arte, piano, piano».
V.E.: «Ma sì! Ma fa i p... col preservativo! Sa...».
B.: «Eh lo so! Cosa vuol fare principe È così! Lo fanno tutti per la sicurezza dalle malattie. Purtroppo so che lei è di vecchio stampo come me...».

lunedì, giugno 19, 2006

Come gocce su palloni roventi

Sabato 17 giugno alle ore 21: seconda partita della nazionale.
Ecco cosa un cittadino può fare a Milano senza esser disturbato da alcuna persona, godendosi gli spazi in assoluta tranquillità e silenzio.

Alle 19 la città è già in fase CHIUSURA (pure le saracinesche indiane di via Petrella - solitamente aperte 24*7- si abbassano... e poi dicono che gli immigrati non si adattano!).

Primo tempo (19.30): Gattò.
Negozietto - ristorantino dove scegliere oggetti, sculture, bellissimi anelli e abbozzare un aperitivo.
Totale presenze: 4 nel negozio - 4 bel ristorante (compresi i lavoranti)
Ottimo silenzio e incredibile gentilezza e disponibilità del cameriere ad assecondare il ritmo slow dei clienti.

Secondo tempo (20.15): la strada.
DESERTA!
Non una macchina, non un rumore... NULLA.
Unico neo: un coglione a passeggio con moglie e mastino napoletano senza guinzaglio che si diverte a pisciare prima sulle macchine parcheggiate e poi sui pantaloni di E. (Considerate che quando un mastino napoletano piscia non produce la quantità di liquido di un chihuahua a pelo corto).

Terzo tempo (20.45): il teatro.
All'Elfo danno "Come gocce su pietre roventi" dell'indimenticabile Fassbinder.
Spettatori: 35 circa.
Il testo è sempre portentoso, attori bravi (il protagonista poi lo conoscevo :)), messa in scena però non originalissima.

Quarto tempo (22.15): di nuovo la strada
IL NULLA
Credo che la partita fosse ancora in corso.
Comunque abbiam camminato per 10 minuti senza incontrare anima viva.

Quinto tempo (22.30): il ristorante.
L'Angolo d'Abruzzo va sempre bene quando si è all'Elfo.
Cucina ottima e soprattutto un insolito silenzio e spazio dove allargarsi.
Totale: 10 clienti silenziosi.

Sesto tempo (23.30): la strada.
TRAGEDIA: pazzi in macchina recuperano la delusione del risultato fuggendo verso discoteche e locali.

La partita è finita, spero ce ne siano altre.

domenica, giugno 18, 2006

Afa


E' di nuovo estate e come ogni anno aumentano la noia e l'angoscia.
Perchè il sole mi impaurisce?
E' da quando son piccolo...
L'unica cosa positiva dell'estate sono le notti all'aperto.
Mi piace passeggiare da solo (anche perchè non sempre c'è compagnia).

Mentre le voci della gente nella via affollata di sera mi intimoriscono.

Vacanze?
Boh... si accettano proposte.

Per il resto... ha dd'a passa a' nuttata :)

ESTATE
(Bruno Martino - Bruno Brighetti)

Estate
Sei calda come i baci che ho perduto
Sei piena di un amore che è passato
Che il cuore mio vorrebbe cancellare

Estate
Il sole che ogni giorno ci scaldava
Che splendidi tramonti dipingeva
Adesso brucia solo con furore

Tornerà un altro inverno
Cadranno mille pètali di rose
La neve coprirà tutte le cose
E forse un po' di pace tornerà

Estate
Che ha dato il suo profumo ad ogni fiore
L' estate che ha creato il nostro amore
Per farmi poi morire di dolore

Estate

venerdì, giugno 16, 2006

Donna

Anche questa volta, a pochi giorni dal compleanno, l'unica certezza è che le sarà impossibile festeggiare.
Auguri, ovunque tu sia, qualsiasi cosa tu faccia.

"Ciò che la gente della Birmania vuole oggi è democrazia; una volta raggiunta avremo tutti i mezzi per risolvere le questioni che affliggono il Paese"
Aung San Suu Kyi

mercoledì, giugno 14, 2006

Accordi e disaccordi

Largo Greppi, ieri sera, post film.

E. mi stava sgridando per aver dormito nella prima parte della proiezione (il negroni era forte, avevo aperitivizzato come un maiale e il film sapeva di stantio, ma nella seconda parte si è rivelato un gioiellino niente male), mentre uscivamo dalla sala inseguendo altre formichine gaye (e non) per le scale dello Strelher.
Chi vedo di fronte a me?
Una formichina piccolapiccola, minutaminuta che mi sembra P.
Gli occhi si sgranano, scavalco qualche improvvisato critico cinematografico che stava commentando il film e mi fiondo sul piccoletto.
Era proprio P., compagno per una brevissima stagione di notti insonni a letto a guardare "Rosemary's baby", fumare e coccolarci sotto il tetto di vetro della sua mansarda bergamasca coperto di neve.

(scusate ma ho una commozione incontenibile)

Abbracci e baci, piccole parole che potevamo scambiarci nella musica assordante.
Presento E., un saluto veloce, un arrivederci (che però quel cafone non ha rivolto ad E.) e tanta gioia nel cuore.

Diretti alla macchina, sotto il sole di Pomodoro chi incrociamo?
A.
A dire il vero ci siamo visti di recente, ma è sempre un piacerissimo vederlo.
Così piccolo e minuto con i suoi tatuaggi, capelli pazzi etc. è il mio artista preferito.
Non per nulla faceva impazzire Cindy Lauper, Boy George, e Yoko Ono (anche se quest'ultima potremmo usarla per accendere il caminetto).
Baci e chiacchiere (E. e A. si scambiano le solite informazioni su come riparare le biciclette a basso costo), qualche invito e il solito progetto per la sua performance.

(Avviso al pubblico: se ci fossero alla lettura musicisti son pregati di farsi avanti per una performance artistico-sociale con tema acqua e natura. PUNTUALIZZO che la permormance è da effettuarsi GRATUITAMENTE).

Saluti e abbracci finali.
Tutti a casa.

Se aggiungo che prima della proiezione ho conosciuto Maria Nascenti (bellissimo!) la giornata di ieri è da incorniciare come una delle più felici.

Bastano dei sorrisi e delle strette di mano a volte per esser in armonia con il mondo.

immagine di mattia manzoni

martedì, giugno 13, 2006

Petizioni

Martedì 13/06/06 ore 02.38 AM

A letto con E.
Dormiamo da un'ora circa...

Trillo del cellulare (ho dimenticato di togliere la suoneria).

"Putt... chi kaz.. è?"

SMS da un numero non registrato: "Vieni a Locate. Sono ubr.aco e chiuso fuori casa."

Voglio una legge affinchè agli ubriachi/fatti venga interdetto l'uso del cellulare (me compreso, visto che due relazioni son finite a causa di sms mandati -da stonato- alle persone sbagliate).

lunedì, giugno 12, 2006

Mamme


Domenica 11 Giugno ore 16 - Ospedale, camera della mamma.
PRESENTI: Mamma (65enne in convalescenza post operatoria), A. (43enne, infermiera amica, mamma di Mar.: 19enne), io.

M(amma) - E Mar. come va?
A. - Bene, bene, martedì inizia a convivere con il suo nuovo fidanzato.
M - Speriamo vada tutto bene, sai, cominciare una convinvenza nuova...
A. - Fosse solo questo...
M - E' successo qualcosa?
A. - No, nulla di grave, ma la mia Mar. è così delicata.
M - Ma ormai è una ragazza fatta, vedrai, se la caverà.
A. - Sì, sì, non ho dubbi, ma vedi... Mar. soffre di continue vaginiti, causate dai preservativi.
M - Oh povera, è allergica al preservativo? Ma la pillola?
A. - Sì, guarda, una tragedia. Praticamente ogni volta che un suo ragazzo usa il preservativo le provoca un prurito incredibile; così le viene subito la cistite e mille altri problemi.
M - Certo, capisco, anche se mi sembra strano. Ma la pillola?
A. - Almeno potesse prender quella, invece una tragedia. La pillola le provoca la diarrea. Ne abbiamo provate di ogni tipo, anche il ginecologo non sa più cosa dire, ma sembra che non ci siano soluzioni.
M- Caspita, un bel problema!
A. - Non me ne parlare, sono anni ormai. Però sembra che ci sia una soluzione.
M - Quale?
A. - Prima, anche con i preservativi senza particolari caratteristiche ed anallergici, il prurito e i problemi nascevano ugualmente, ora però si è scoperto in farmacia un nuovo preservativo che, dopo una settimana di utilizzo, sembra non provocare reazioni. Grazie a Dio forse ci siamo.
M - Sì, un bel sollievo!

IO
Ho cercato di leggere "Chi" senza farmi prendere dalla discussione, c'erano momenti in cui stavo per esplodere.

CONCLUSIONI
Dove son finite le mamme di Claudio Villa e Luciano Tajoli?

venerdì, giugno 09, 2006

Interessi

Eccoci ancora una volta alle giornate dei mondiali...

Posso dire che non me ne frega un emerito cazzo?

Le uniche due cose positive dell'evento:
A) le strade deserte durante la partita dell'Italia (il tragitto Milano-Crema in auto dura 20 minuti, senza un vigile che ti possa fermare)
B) i polpacci (e i pettorali) dei calciatori.

mercoledì, giugno 07, 2006

Jena

Quando ha letto che i Pacs sarebbero la sua eclissi, Dio c’è rimasto male: «Ma non ero onnipotente?».

(La Stampa, Mercoledì 07.06.2006)

martedì, giugno 06, 2006

Farfalla sul mare


Eccomi in piena sindrome da Madama Butterly.
Nessun nuovo Pinkerton in arrivo (ci mancherebbe!), solo che stamattina m'ha preso questa angoscia d'abbandono-attesa.
Ok, la distanza nel mio caso non è Giappone - Stati Uniti, ma manca poco.
Anche quì navi e camin di fumo in agguato.

Ho sempre ripetuto all'infinito che non credevo nell'esistenza dell'amore.
Forse egoisticamente (per evitare di "coinvolgermi" troppo), forse perchè in questo modo avevo tutta (?) la libertà che volevo.
Poi uno sbatte contro un muro che non pensava assolutamente potesse esistere sul suo cammino e così rimane fregato.

A questo poi si aggiungon le partenze, i piccoli problemi di visibilità, le lontananze, la gente attorno...

Sinceramente trovo nella fragilità della relazione (per cause esogene) una fantastica molla energetica (endogena).
Almeno si riduce la banalità dello stare assieme.
Sapere che oggi si ha a disposizione un tesoro inestimabile e che domani tutto potrebbe scomparire porta a sperimentare tutto il bene possibile nell'immediato.
Questo non significa però dimenticarsi di qualsiasi prospettiva progettuale di lungo termine.

La capacità di saper costruire qualcosa deriva sia dalla forza dei sentimenti che dalla quotidianità della relazione, e soprattutto dalla voglia di guardare avanti, senza paura di trovare la parola FINE.
La fine è inevitabile in qualsiasi situazione umana: dalla vita all'amore.
Esserne consapevoli e, nonostante questo, essere coraggiosi e rischiare di giocare alla vita, è una prospettiva a cui non voglio rinunciare.

Ora però meglio rifugiarmi in Nino Rota e Gianni Boncompagni.

Parla più piano e nessuno sentirà,
il nostro amore lo viviamo io e te,
nessuno sa la verità,
neppure il cielo che ci guarda da lassù.

Insieme a te io resterò,
amore mio, sempre così.

Parla più piano e vieni più vicino a me,
voglio sentire gli occhi miei dentro di te,
nessuno sa la verità,
è un grande amore e mai più grande esisterà.

Insieme a te io resterò,
amore mio, sempre così.

Parla più piano e vieni più vicino a me,
voglio sentire gli occhi miei dentro di te,
nessuno sa la verità,
è un grande amore e mai più grande esisterà.

lunedì, giugno 05, 2006

Correndo e vomitando


Interessante la mostra di Martin Creed.
Le idee non sono tutte originali.
Un uomo (vero) che corre all'impazzata su e giù per le scale fuggendo dall'ingresso dell'Arengario e rientrando dall'uscita.
Delle turbine che danno il benvenuto al visitaore soffiando contro di lui un vento "invincibile".
Un pianoforte che si apre e si richiude "impazzito" facendo un gran baccano.
Una scala illuminata che diventa improvvisamente buia.
Un ragazzo ed una ragazza che si provocano il vomito e iniziano ad espellere una sostanza rossastra simil sangue con annessi grumi (video).

L'uomo che correva per fuggire e il pavimento bianco imbrattato di vomito mi son piaciuti un sacco.
Che il ragazzo vomitasse proprio di fronte a quell'arte?
Che l'eliminazione del di più presente nel suo stomaco fosse una ribellione contro artisti che ormai producono anche gigantesche stronzate e che diventano arte solo perchè sono ospitate in un museo?
Che il fuggitivo ci dicesse "girate i tacchi ed andatevene"?
Che la corsa tutto sudato nella sala, fatta al contrario, fosse la rappresentazione del visitatore medio che vede tutto al contrario, senza la giusta attenzione, ma solo per pavoneggiarsi?
Che....

Insomma mille domande!
In realtà queste sono le intenzioni dell'artista secondo i curatori della mostra.

Alcune chiavi di lettura le concepisco, altre meno.
Ma come dice l'artista "Everything is Going to Be Alright"

domenica, giugno 04, 2006

Canzoni americane


Uno spettacolo va in scena per 35 anni alla radio, o meglio, viene messo in scena in un teatro e trasmesso via radio.
Un giorno però questa favola ha fine.
Il teatro viene venduto e la trasmissione è costretta a chiudere.
Il racconto dell'ultima rappresentazione è il canovaccio usato da Altman per Radio America.

Film strepitoso per la genialità con cui il regista riesce ad incastrare in due ore di vita "reali" i destini di moltissime persone (cast eccezionale e ricchissimo, come nei migliori film di Altman).
Battute e scene macabre si alternano vorticosamente, senza lasciare alcun momento di pausa allo spettatore, in uno stile in linea con il motto"the show must go on".

L'opera è anche una preziosissima parabola sul senso della vita e della morte.
Morire in palcoscenico, quando lo stesso palcoscenico muore, è la conclusione inevitabile della vita dell'artista (di serie A o B non importa), che naturalmente vive in simbiosi con le luci, i trucchi, le battute e soprattutto il pubblico.
Ma morire in palcoscenico significa anche che lo spettacolo non deve essere "disturbato" dall'evento, così come la vita di ogni giorno continua, indipendentemente dalla morte che, improvvisamente o meno, compare con il suo cappotto bianco alla ricerca di nuovi abitanti del cielo.

sabato, giugno 03, 2006

Unica!

Grandissima!
E' l'unico aggettivo che la può descrivere.

Per la prima volta E. ha applaudito con piacere (e s'è pure alzato come tutti i mille presenti) ad uno spettacolo suggerito da me :))

Da non perdere lo speciale su Brecht al Piccolo.