E fuvvi un giorno che passò furiando, quel bieco fantasma della guerra; allora udissi un cozzar d'armi, un saettar di spade, un tempestar di carri e di corsieri, un grido di trionfo e un uluante urlo e colà ove fumò di sangue il campo di battaglia, un luttuoso campo santo levarsì, e un'elegia di preghiere, di pianti e di lamenti.

mercoledì, maggio 07, 2008

Vorrei chiamarmi Roberto Berger, salire sull'aereo Milano - New York e finire alle Isole Vergini

"Sono gay, di Verona. Non do nell’occhio, giro in città all’erta, guardingo. Non mi sento diverso, ma so di poter essere un bersaglio facile. Non è giusto."

Letto su un free press stamattina.

5 Comments:

Anonymous Anonimo said...

davvero triste eh? :(

10:20 AM, maggio 07, 2008

 
Blogger laKidman said...

un pochino eccessivo, no?

11:47 AM, maggio 07, 2008

 
Anonymous Anonimo said...

@lakidman
direi proprio di no.
Rosvelliano

10:19 AM, maggio 08, 2008

 
Anonymous Anonimo said...

Triste è vivere in una città come questa. Molto triste
Devo dire che quando ero fidanzato (sigh) giravo a manina e qualche bacio all'aria aperta scappava. Eravamo un po' temerari, spavaldi e sprezzanti del pericolo. La paura c'era ma per fortuna non ci è mai capitato nulla.
Ora come ora starei ben attento...

10:52 AM, maggio 08, 2008

 
Blogger laollo said...

non mi va di rispondervi...
è tutto un pò troppo triste.
:*

4:32 PM, maggio 08, 2008

 

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