E fuvvi un giorno che passò furiando, quel bieco fantasma della guerra; allora udissi un cozzar d'armi, un saettar di spade, un tempestar di carri e di corsieri, un grido di trionfo e un uluante urlo e colà ove fumò di sangue il campo di battaglia, un luttuoso campo santo levarsì, e un'elegia di preghiere, di pianti e di lamenti.

martedì, novembre 06, 2007

Idee

Non amo i coccodrilli quando il morto è ancora caldo (tipo quello di stamattina al TG1 di Vincenzone Mollica), ma un giornalista come Enzo Biagi non posso che ringraziarlo.

E' stato merito suo infatti se ho parlato per la prima volta di omosessualità con i miei genitori.

Non ricordo quale delle sue innumerevoli trasmissioni fosse, era sera, e il giornalista presentava un servizio sui gay americani in preda alla paura dell'aids (sarà stato l'85/'86, io ero "innamorato" di Terence di Candy Candy).
Ero piccolo, ma ci confrontammo su questo tema commentando le immagini e le informazioni del servizio.

Nel 1992, in una trasmissione pre TG1, Enzo Biangi ospitò Giovanni Forti (che sarebbe morto qualche giorno dopo) e Brett Shapiro.
Noi eravamo di fronte allo schermo, ricordammo la conversazione di qualche anno prima facendo dei paralleli.
Un amico dei miei presente in casa disse: "Comunque basta stare al proprio posto e non succede nulla. Quello è frocio ed è normale che sia malato."
Mio padre lo guardò, si alzò e uscendo dalla stanza disse: "Quello, qualsiasi vita conduca, è più umano di te!".