E fuvvi un giorno che passò furiando, quel bieco fantasma della guerra; allora udissi un cozzar d'armi, un saettar di spade, un tempestar di carri e di corsieri, un grido di trionfo e un uluante urlo e colà ove fumò di sangue il campo di battaglia, un luttuoso campo santo levarsì, e un'elegia di preghiere, di pianti e di lamenti.

mercoledì, giugno 27, 2007

plin plin

Apro la porta: coda.
Rimango in piedi dolorante.
Fitte atroci al basso ventre, come di un bambino che spinge per uscire.
Davanti a me un essere biondo trema e a stento infila la sigaretta in bocca.
Pupille larghissime mi accolgono: "Ciiiiaaoooooo, e tu sei maschio o femminaaaaaa?".
Nessuno entra od esce: le porte son chiuse.
Un tipo con lo spazzolino ed il dentifricio si fa largo, si piega sul lavandino e inizia a lavarsi la bocca.
Si apre un uscio, esce un tipo che chiude il cazzo nelle mutande rosse.
Entra l'essere tremante.
Si apre l'altro uscio, è il mio turno.
Mentre scarico mi guardo attorno: pareti lucidissime, pavimento bagnato e fangoso, mozziconi in terra e vespasiano pieno di monili lasciati dai precedenti visitatori.
Mi sistemo il pisello, schiaccio il pulsante e tutto va via.
Esco.
L'essere biondo è ancora chiuso nel suo regno.
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Foto di Robert Mapplethorpe