E fuvvi un giorno che passò furiando, quel bieco fantasma della guerra; allora udissi un cozzar d'armi, un saettar di spade, un tempestar di carri e di corsieri, un grido di trionfo e un uluante urlo e colà ove fumò di sangue il campo di battaglia, un luttuoso campo santo levarsì, e un'elegia di preghiere, di pianti e di lamenti.

mercoledì, giugno 13, 2007

Phd

Erano settimane che il mio animo "cattivo" sopiva sotto il dolce suono della pioggia che ha trasformato la pianura in una novella Amazonia, con zanzare simil deltaplani che svolazzano qua e la.

Ieri un'esplosione improvvisa.

Leggo su cartelloni e giornali delle conferenze di Philippe Daverio per il Credit Suisse.
La prima (ieri sera) alla Fondazione Pomodoro, ingresso gratuito, ore 19.30, posti 650 circa.
Mi avventuro, memore delle precedenti conferenze daveriane che mi eran piaciute assai.

Arrivo alla fondazione alle 19.15 e ancora le porte son chiuse.
Quell'angolo di via Solari è invaso da persone in attesa.
Lo zoo è variegato: punk, borghesotti, anziani, giovani, solita culaggine artistoide, etc.

Ore 19.28 la serranda viene alzata (con rumore simile a quello emesso dal lattaio alle 5 del mattino quando, nella nebbia cremasca, apre il negozietto).
Si entra da un pertugio stretto stretto, uno per volta.
Prima di accedere al museo controllo di borse, bagagli, etc.
Subito i carcerieri della fondazione si presentano come deliziose fatine urlando: "Non correte e non strusciatevi contro i quadri, evitate di danneggiare le opere esposte!".

Siamo invitati a salire le scalette che circondano gli spazi della grande ex officina (15 metri d'altezza per 120 di lunghezza) e scopriamo che la location della conferenza è la più improbabile vista in 30 anni di vita.
I conferenzieri parleranno in una piccola "piazza" sospesa negli spazi vuoti dell'edificio a circa 8 metri d'altezza, di fronte a loro solo un centinaio di VIPPSS, mentre gli spettatori plebei assisteranno dalla balconata superiore (4 metri più in alto) [qui si vede uno spaccato del luogo].

Amareggiato di fronte ad una simile sistemazione mi siedo su una poltroncina.

19.40: inizia la conferenza (notare che circa mille persone -alla faccia di ogni normativa di sicurezza- son state sistemate in circa 15 minuti: organizzazione Svizzera!).
Daverio è con molta evidenza incavolatissimo per la sistemazione dello spazio.
L'acustica è pessima.
Si perdono circa 20 minuti per sistemare l'impianto audio, ma niente si risolve.
I conferenzieri cominciano comunque a parlare.
Molti spettatori del piano superiore cominciano ad andarsene.

LaO ha un'idea: realizzare una performance con aeroplanini di carta da lanciare sulle persone sottostanti.
Cerca un foglio in borsa: non c'è...
Chiede al vicino: non ha bagagli.
Chiede all'altro vicino che risponde: "silenzio, non capisco!".

20.10 Lao indispettito vuole andarsene....
MA: la via d'uscita è bloccata da poltroncine e persone, l'unico passaggio disponibile (perchè a 2 metri dalla sua poltroncina) è la scala che conduce al piano inferiore, dove sono appollaiati i ricchi invitati.
LaO si dirige verso quella scala.

Signorina frigida indiana assistente alla sala: "dove va? è vietato l'accesso al piano inferiore"
LaO: "devo semplicemente uscire, non capisco e non riesco a stare qui"
Frigidaire: "la prego cortesemente di usare la scala nell'altro lato, questa non può esser usata dai non invitati alla conferenza"
LaO: "ma è impossibile arrivare all'altra scala...."
Frigidaire: "attenda la conclusione della conferenza"
LaO: "senti, non mi chiamo Dorothy e non ho delle scarpette che in due secondi mi posson portare dove voglio. o mi lasci passare e mi tolgo dai coglioni oppure faccio un casino che manco t'immagini!"

---

Non ho idea del perchè ho infastidito l'alcolica Garland, ma la frigidona mi fa passare.

Scendo al piano inferiore.
I Creditsuissari scoglionatissimi bevon champagne e ruttano come Bette Davis in "Piano piano dolce Carlotta", sono ottantenni con prostate decomposte e giovani incravattati pieni di neve che non sanno cosa sia Caravaggio, figuriamoci Gaetano Pesce.

Rimango dieci minuti, il tempo per sentire banalità del tipo: "in America è tornata la povertà", oppure: "le imprese devono innovare", oppure: "l'artista è un mercante", alla fine stremato me ne vado.

Alla fermata del 14 si avvicina un vecchietto 70enne, coloratissimo nell'abbigliamento e con una borsetta di stoffa rossa che fa battona.
L'orientamento sessuale del tipo è più che evidente :)
Esordisce così: "E' fuggito anche lei dalla conferenza?"
Si fanno 4 chiacchiere, lui è un gallerista.
La conversazione è molto più stimolante di quella lezione per bancari rincoglioniti.

6 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Pure coi galleristi 70enni mo?
E cmq l'artista è un mercato...

10:57 AM, giugno 13, 2007

 
Anonymous Anonimo said...

Voglio la trascrizione della conversazione con il gallerista! ;)
E poi "culaggine artistoide": me lo segno sul taccuino.
Citerò, nel caso, l'autore.
;-)

VN

11:16 AM, giugno 13, 2007

 
Blogger laollo said...

@ patroclo
ha iniziato lui, non io!!!
l'artista è una puttana, diciamocelo chiaramente...

@ ventnoir
ma si è parlato del più e del meno, mica posso rivelare così i SUOI segreti :D

4:40 PM, giugno 13, 2007

 
Anonymous Anonimo said...

Non ci posso credere che te ne sei uscito con quella frase su Dorothy................

12:30 PM, giugno 14, 2007

 
Anonymous Anonimo said...

La frase su Dorothy è da manuale... complimenti!
Chissà se La Frigidaire è stata in grado di cogliere la citazione...
secondo me, no!

1:46 PM, giugno 14, 2007

 
Blogger laollo said...

@ zeroshin
anch'io non mi spiego da dove sia giunta l'ispirazione... forse dal pavimento marroncino che sembrava la strada dai mattoni gialli.
(I love OZ!)

@ vanity
la frigidaire era così task oriented che nn poteva capire alcuna citazione colta :P

2:42 PM, giugno 14, 2007

 

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