E fuvvi un giorno che passò furiando, quel bieco fantasma della guerra; allora udissi un cozzar d'armi, un saettar di spade, un tempestar di carri e di corsieri, un grido di trionfo e un uluante urlo e colà ove fumò di sangue il campo di battaglia, un luttuoso campo santo levarsì, e un'elegia di preghiere, di pianti e di lamenti.

martedì, novembre 21, 2006

Home sweet Home


" ... la perdita del confine tra casa e città e il conseguente spostamento in ambito urbano di attività tipicamente domestiche... "

Questa frase è tratta da un interessante (quanto breve) articolo pubblicato nel numero di novembre di Case da Abitare (purtroppo non ho a disposizione la versione elettronica dell'articolo, vedrò di scannerizzarlo) , dal titolo "Come in TV".

Il pezzo analizza le influenze che la televisione, ed in special modo i telefilm, hanno avuto nell'organizzazione dello spazio domestico, reinventandolo in base ai cambiamenti sociali che, tramite il mezzo televisivo, venivano veicolati alla massa.

Si comincia con il riferimento ad un cult americano: il "Mary Tyler Moore Show", che negli anni settanta introdusse negli Stati Uniti la "rivoluzione" della donna indipendente e autonoma in grado di vivere da sola in una metropoli, senza i fardelli familiari (e riuscendo pure a divertirsi, come si può vedere in questo filmato).
La casa di Mary Tyler diventa pertanto il luogo in cui realizzare il cambiamento, una casa lontana anni luce da altre abitazioni televisive, ad esempio quella della Famiglia Brady o dei Cunningham a Milwaukee.

La frettolosa analisi del giornale arriva fino ai serial televisivi dei giorni nostri, concludendosi con la riflessione riportata all'inizio del post.
La frase si riferisce all'appartamento newyorkese di Carrie Bradshaw, protagonista di quello che per me rimane uno dei più interessanti e rappresentativi telefilm degli ultimi dieci anni: Sex and the City, opera che ha saputo analizzare i paradigmi della società contemporanea facendolo (in apparenza) con gli occhi delle donne.
Anche questa volta la casa è quella di una donna sola, indipendente e pienamente emancipata, che usa la sua abitazione come luogo di lavoro e di vita, sebbene la VITA vera sia in realtà fuori dalle mura domestiche. Nella sua stanza, semmai, Carrie pensa e riflette, tira le fila degli eventi a cui patecipa durante la giornata.

Non so perchè, ma quelle diecimila battute (più o meno) su carta lucida mi hanno interessato e fatto pensare.
La televisione come officina di design e life style mi diverte, soprattutto fornisce un'immagine diversa di quella che solitamente emerge.

Non centra nulla, però proprio ieri sera la tv italiana ha mostrato come, a volte, anche su Rai 1 ed in prima serata, si possa parlare di qualcosa di "innominabile": l'omosessualità.
Dopo le solite polemiche è stato infatti mandato in onda, e con molto successo (cosa che dovrebbe far pensare tutti i vari MOIGE e movimenti cattolici del cazzo), il film "Il padre delle spose" con Lino Banfi.
Il film non è certo memorabile, la trama è esile e scontata, Lino Banfi fa nonno Libero in Puglia... però costituisce un modo semplice di fare Servizio Pubblico.
Spero solo non si ritorni al silenzio sull'argomento per altri 2 o 3 anni.

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P.S. Nessuno si ricorda una fiction in una puntata trasmessa nell'estate del 1997 sempre su Rai 1 in cui un ragazzo gay per fuggire al ricatto di un amico e così nascondere la sua condizione ai genitori si deve fingere assassino? (Non è la fiction con Buzzanca o qualche episodio del Maresciallo Rocca)

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Picture by Nan Goldin

9 Comments:

Blogger ConsorzioManzetti said...

io ricordo soltanto che da piccolino guardavo lino banfi che faceva il vigile urbano con sua figlia rosanna e mi faceva morire! :)

1:42 PM, novembre 21, 2006

 
Anonymous Anonimo said...

...ho da poco comprato "fracchia la belva umana" con lino banfi nella parte del commissario... mitiche le frasi "de simone maledetto" o la canzoncina che gli cantano all'ingresso del ristorante "i due incivili" che si puo' trovare a questo link
http://www.youtube.com/watch?v=y_Zwk4bR5DI

2:05 PM, novembre 21, 2006

 
Anonymous Anonimo said...

L'hanno visto in sette milioni, Banfi se non sbaglio. Chissà gli attacchi di bile dalle parti di culturacattolica :)
Grazie per la visita,
Ale
http://www.zenpercaso.splinder.com/

3:24 PM, novembre 21, 2006

 
Blogger laollo said...

@ consorzio
come non ricordarselo, con la sigla che vedeva i vigili cantanti.

"see tu vai in giro in bici
in giro -in bici
noi siamo tutti amici
tutti - amici
io la multa non la do"

@ trillo
beh, il Banfi pecoreccio non trasmetteva molti "contenuti".
rimarrà comunque per me immortale in "Spaghetti a mezzanotte" e ne "Il commissario Lo Gatto" quando aveva il riporto.

@ ale
già, eminenz sarà incappato in un travaso di bile.
bene!
grazie a te.

5:30 PM, novembre 21, 2006

 
Blogger PiB said...

Davvero sembra un articolo interessante: la perdita del confine tra casa e città...mi ha fatto rifettere molto
P.S.
come sempre ottima la scelta della foto di Goldin
P.S.
ho trovato vera-MENTE ridicola la necessità della RAI di doversi dichiarare Laica .....per giustificare la messa in onda di tale prodotto televisivo

6:46 PM, novembre 21, 2006

 
Anonymous Anonimo said...

e' l'evoluzione dell'attore :))

9:06 AM, novembre 22, 2006

 
Blogger laollo said...

@ pib
un articolo poi che non pensavo di trovare in un giornale simile.
- le foto di Goldin sono meglio di mille parole in alcuni casi
- sulla RAI ormai se ne sentono di tutti i colori... ieri sera a Markette è intervenuto pure il principe Ruspoli dicendo che la RAI non deve offendere i cattolici!

@ trillo
evoluzione o involuzione?

10:41 AM, novembre 22, 2006

 
Anonymous Anonimo said...

dal pecoreccio ad oggi direi evoluzione

10:57 AM, novembre 22, 2006

 
Anonymous Anonimo said...

ACIDA

:))

3:16 PM, novembre 22, 2006

 

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