E fuvvi un giorno che passò furiando, quel bieco fantasma della guerra; allora udissi un cozzar d'armi, un saettar di spade, un tempestar di carri e di corsieri, un grido di trionfo e un uluante urlo e colà ove fumò di sangue il campo di battaglia, un luttuoso campo santo levarsì, e un'elegia di preghiere, di pianti e di lamenti.

mercoledì, aprile 26, 2006

Secondo me dietro c'è il trucco!


Leggo su "La Stampa" questo ennesimo articolo dell'Edoardo Raspelli.
"Oibò" mi dico, "un posto che conosco: la trattoria "Al ponte" di Acquanegra (MN), citata anche su Slowfood e in altre guide".
Leggo con interesse la recensione e rimango di stucco.

Ho provato il posto più volte, per motivi di lavoro, e ogni volta un'esperienza singolare.
Le portate uguali a quelle del sommo censore gastronomico.
Nulla da eccepire apparentemente, se non chè, un giorno, andando in cucina per chiedere un cucchiaio (il posto è quasi sempre deserto - a mezzogiorno- ) ho fatto la scoperta del secolo: quasi tutti i cibi serviti sono SURGELATI!
Vengono estratti al momento dell'ordinazione e resuscitati nei tre microonde presenti in cucina.

Non ci sarebbe niente di male a prima vista, ma considerato il prezzo del pasto e la nomea della trattoria mi sembra piuttosto deprimente.

Per non parlare del caffè... Sempre SOLUBILE!!!!

Credo si dovrebbe cominciare a diffidare delle recensioni dei "giornalisti-mangioni", che spesso manco siedono nei ristoranti che consigliano, ma più semplicemente intascano markette per scriver bene di questo o quel posto.

Qualche sabato fa io ed E. abbiamo avuto la prova con un ristorante milanese: "Gli amici del liberty", che in quanto a qualità è tendente a zero o al max 4 (da una scala 1 a 10) ed ha prezzi triplicati rispetto alle indicazioni di Allan Bay.


Mistero del palato, oppure, come dice P. Daverio a proposito del mondo degli artisti:
"Per diventar famosi, bisogna avere un'amante che paghi bene i critici!"?