Secondo me dietro c'è il trucco!
Leggo su "La Stampa" questo ennesimo articolo dell'Edoardo Raspelli.
"Oibò" mi dico, "un posto che conosco: la trattoria "Al ponte" di Acquanegra (MN), citata anche su Slowfood e in altre guide".
Leggo con interesse la recensione e rimango di stucco.
Ho provato il posto più volte, per motivi di lavoro, e ogni volta un'esperienza singolare.
Le portate uguali a quelle del sommo censore gastronomico.
Nulla da eccepire apparentemente, se non chè, un giorno, andando in cucina per chiedere un cucchiaio (il posto è quasi sempre deserto - a mezzogiorno- ) ho fatto la scoperta del secolo: quasi tutti i cibi serviti sono SURGELATI!
Vengono estratti al momento dell'ordinazione e resuscitati nei tre microonde presenti in cucina.
Non ci sarebbe niente di male a prima vista, ma considerato il prezzo del pasto e la nomea della trattoria mi sembra piuttosto deprimente.
Per non parlare del caffè... Sempre SOLUBILE!!!!
Credo si dovrebbe cominciare a diffidare delle recensioni dei "giornalisti-mangioni", che spesso manco siedono nei ristoranti che consigliano, ma più semplicemente intascano markette per scriver bene di questo o quel posto.
Qualche sabato fa io ed E. abbiamo avuto la prova con un ristorante milanese: "Gli amici del liberty", che in quanto a qualità è tendente a zero o al max 4 (da una scala 1 a 10) ed ha prezzi triplicati rispetto alle indicazioni di Allan Bay.
Mistero del palato, oppure, come dice P. Daverio a proposito del mondo degli artisti: "Per diventar famosi, bisogna avere un'amante che paghi bene i critici!"?
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