E fuvvi un giorno che passò furiando, quel bieco fantasma della guerra; allora udissi un cozzar d'armi, un saettar di spade, un tempestar di carri e di corsieri, un grido di trionfo e un uluante urlo e colà ove fumò di sangue il campo di battaglia, un luttuoso campo santo levarsì, e un'elegia di preghiere, di pianti e di lamenti.

lunedì, novembre 10, 2008

Una sigaretta

L'estate per me son le zie che mi portavan al mare.
Una più sciroccata dell'altra.
Una che mi faceva cantare e l'altra che mi mandava in spiaggia da solo a sei anni a recuperarle notizie sui vicini d'ombrellone.
Una volta cresciuto al mare ci son più andato.
Ho rimesso piede su una spiaggia l'anno scorso in Sicilia, ma solo per qualche ora un pomeriggio.
Quest'estate la spiaggia della Cornovaglia era impraticabile.

Il mare -così come l'estate- mi rende triste... Mi spaventa.
Forse perchè era (ed è) la stagione della solitudine.
Esiste in me il mare e l'estate dei film.
"Sapore di mare" sicuramente, ma anche "Domenica d'agosto" o "Racconto d'estate" (magnifico!) e ancora...

Poi ieri sera m'è capitato di andare al cinema a veder "Un altro pianeta".
Ci son andato da solo. Venerdì non potevo raggiunger gli altri e ieri il marito aveva una festa senza me.

Son stato molto male...

Film strano, che evidenzia tutti i pochi mezzi di cui è fatto, a cominciare dal "risparmio" su alcuni attori.
Però film bello, angosciante, coinvolgente, in grado di trascinare lo spettatore in una spirale d'atesa di finissima fattura.
Si attende la tragedia, si aspetta "una" fine consapevoli che qualcosa accadrà, con la convinzione che quella svogliatezza sulle facce di tutti (credo - e spero!- che la vacuità di certe interpretazioni non fosse solo causata dall'inesperienza degli attori, ma voluta) sia solo il preludio di un segreto inconfessabile che prima o poi verrà svelato.

E il segreto arriva col suo nome difficile: Morte.
Morte della felicità, del corpo, della speranza, del sorriso, dell'amore, del sesso, dell'intelligenza.

Un film sulla morte quindi, così come l'estate è la stagione della morte.

Mi ha emozionato questo "cinema".

Forse la sensazione sgradevole è stata innescata dai fazzoletti abbandonati qualche poltrona davanti a me per coprire tracce biancastre, segni di qualche pompino appena fatto.

Uscendo dal cinema e andando al tram è stato come una liberazione.
Il viaggio sui sedili di legno mi mostrava una città più sicura e certa dei cespugli difficili del litorale romano.

3 Comments:

Anonymous Anonimo said...

perché io sono assolutamente incapace di andare al cinema da solo?
Bouvard et Pécuchet

10:03 PM, novembre 10, 2008

 
Blogger laollo said...

Bouvard er Pécuchet
vieni con me e imparerai...

3:46 PM, novembre 11, 2008

 
Anonymous Anonimo said...

Cavoli, sei riuscito a vederlo!

Qui non è ancora uscito e non sono previste trasferte milanesi.

7:55 PM, novembre 12, 2008

 

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