E fuvvi un giorno che passò furiando, quel bieco fantasma della guerra; allora udissi un cozzar d'armi, un saettar di spade, un tempestar di carri e di corsieri, un grido di trionfo e un uluante urlo e colà ove fumò di sangue il campo di battaglia, un luttuoso campo santo levarsì, e un'elegia di preghiere, di pianti e di lamenti.

lunedì, giugno 04, 2007

Burn, burn baby

Charles Trenet cantava: "Quand notre coeur fait boum", un motto che si adatta benissimo al film di ieri sera: "The boubble", visto al festival del cinema gay.

Storia carina, che fa molto fotoromanzo postmoderno dove la politica e l'impegno non deve mai mancare.
Godibile per certe battute, strappalacrime in alcuni momenti, ma alquanto sconclusionato.

Assurdo l'inizio: un soldato israeliano ferma ad un posto di blocco un palestinese.
I due si scambiano un veloce sguardo.
Il soldato torna a casa.
Dopo qualche giorno qualcuno bussa alla porta del militare, chi sarà mai?
Semplice: il palestinese innamoratosi del soldato.
E' come se io in visita al quirinale mi innamorassi del primo corazziere che tiene la guardia ai gioielli di Napuletano e dopo 3 giorni mi fiondassi nel suo materasso, senza incontrare alcun problema nel rintracciare il suo indirizzo nel dedalo delle viuzze romane.
Mah...

Inaccettabile inoltre la conclusione: i due per fuggire dall'impossibilità di un amore che sia in grado di vincere le barriere delle guerra, si fanno esplodere assieme (per iniziativa del palestinese).
E' come se io ed Eu dovessimo colmare le nostre diversità geografiche riproponendo una nuova Capaci.
Mah...

In compenso ho scoperto alcune cose osservando i gay in branco in una situazione diversa dal solito locale/discoteca:
1 - la borsa non deve mai esser messa in terra quando si è al cinema, a costo di incancrenirsi le gambe sotto Louis Vuitton pensanti come il sarcofago di Ramsete;
2 - meglio sembrare carboni ardenti che andar in giro pallidi come il sottoscritto: il 93% degli spettatori è caldo di lampada come un saccottino Mulino Bianco appena sfornato;
3 - tra i vecchietti gay il papillon va di moda (i capelli bianchi lo portano tutti);
....

8 Comments:

Blogger ConsorzioManzetti said...

beh, il punto 2, quello dei carboni ardenti, racchiude tutta l'essenza del mio essere omosessuale. io sono omosessuale perchè sembro un carbone ardente, ma lo sono prima di essere omosessuale, quindi sembro un carbone ardente perchè sono omosessuale.
chiaro no?

4:31 PM, giugno 04, 2007

 
Anonymous Anonimo said...

ahah, però il finale è esilarante. Geniale far esplodere i due protagonisti!ahahahah e poi che vaccata però il soggetto...esiste già un film simile, non ricordo il titolo ma è sempre una storia gay

7:49 PM, giugno 04, 2007

 
Anonymous Anonimo said...

Haha, abbiam scritto per situazioni diverse la stessa cosa in contemporanea riguardo al tuo punto n.2...
Meno male: vuol dire che non ho sognato. E che non sono l'unico a mantenere un orgoglioso pallore vittoriano!

VN

12:27 AM, giugno 05, 2007

 
Blogger laollo said...

@ consorzio
chiarissimo come una lezione di filosofia della scienza :)

@ patroclo
è il precedente film dello stesso regista.
ahahahah

@ ventnoir
già, me ne ero accorto...
io comunque rimango fiero del mio pallore; i gianduiotti viventi che sfoggiano il loro marrone anche nel nebbioso gennaio mi metton paura...

10:00 AM, giugno 05, 2007

 
Anonymous Anonimo said...

invidioso che sei, saranno stati tutti di carnagione scura no?

9:33 PM, giugno 05, 2007

 
Blogger laollo said...

dici che eran tutti sudanesi?

9:21 AM, giugno 06, 2007

 
Blogger Andrea Marchesetti said...

Ah, avrei tanto voluto vedere The Bubble! A giudicare dal trailer e da un paio di spezzoni che ho visto parla della società israeliana, di Haifa, dei tanti aspetti moderni di affascinanti di Israele...
Sì, i film di Eytan Fox sono cosine leggere agghindate con qualche considerazione politca, ma secondo me è un genere di storielline che non spiace, no?
Speriamo che arrivi al multisala (se non mi ricordo male, al Vittoria avevano dato Yossi and Jagger dello stesso regista per pochi giorni o per un cineforum)
Un abbraccio, a presto
Andrea

3:38 AM, giugno 07, 2007

 
Blogger Andrea Marchesetti said...

Ah, avrei tanto voluto vedere The Bubble! A giudicare dal trailer e da un paio di spezzoni che ho visto parla della società israeliana, di Haifa, dei tanti aspetti moderni di affascinanti di Israele...
Sì, i film di Eytan Fox sono cosine leggere agghindate con qualche considerazione politca, ma secondo me è un genere di storielline che non spiace, no?
Speriamo che arrivi al multisala di Crema (se non mi ricordo male, al Vittoria avevano dato Yossi and Jagger dello stesso regista per pochi giorni o per un cineforum)
Un abbraccio, a presto
Andrea

3:38 AM, giugno 07, 2007

 

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