E fuvvi un giorno che passò furiando, quel bieco fantasma della guerra; allora udissi un cozzar d'armi, un saettar di spade, un tempestar di carri e di corsieri, un grido di trionfo e un uluante urlo e colà ove fumò di sangue il campo di battaglia, un luttuoso campo santo levarsì, e un'elegia di preghiere, di pianti e di lamenti.

mercoledì, gennaio 10, 2007

Poltrone

L'arte, la magia, la religione, l'amore o la scienza?
Quale tra questi deve essere il principio su cui basare la formazione di Berta?
Ne discutono i protagonisti de "Il padre" di August Strindberg, in scena da ieri a Milano.

L'opera si sofferma in particolare sul confronto/scontro tra il padre e la madre della fanciulla, nel quale la donna, pur di sottrarre la figlia al destino segnatole dal marito: capitano dell'esercito e studioso del cielo, insinua nella mente del consorte il dubbio che Berta possa essere nata dalla sua unione con un altro uomo.
Da questo momento nella mente del capitano si farà strada la follia, che lo porterà a regredire ad uno stadio infantile, nel quale si sgretoleranno tutti i principi che avevano retto la sua esistenza.

Testo datato, nel senso che sono evidenti i temi forti del periodo storico in cui è nato (psicologia, nichilismo, crisi della società borghese, etc.), ben interpretato dagli attori, ma uno spettacolo molto classico e lungo.
Tutto sommato comunque mi è piaciuto, la storia coinvolge e le idee scenografiche sono intriganti.

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Piccola nota a margine: il pubblico.

I nostri posti erano in settima fila laterale.

In sesta fila accadeva di tutto: vecchie che sbagliavano la poltrona, giganti che cercavano di non impallare la visione alle retroguardie, fino a due tipi (lui e lei molto originali nell'abbigliamento, accento meridionale, sui 50 anni, che hanno continuato a ciacolare per tutto lo spettacolo e sono usciti senza applaudire nonostante si sentissero i loro commenti positivi) che hanno piegato i cappotti e se li sono posizionati sotto il sedere ("cussì teniamo una visione migghiore") diventando simili all'Empire State Building.

In ottava fila, oltre ad un bonazzo ventenne molto pisellabile, due vecchine appena sfornate dal parrucchiere che, con un tono simile ad un venditore di alici al mercato di Pachino, si sono lamentate per:
- la messa in scena dell'Aida di Zeffirelli "ma cosa vorrà fare quell'ottantenne? troppo divesco il suo stile";
- la postura di Eu "scusi signore, non potrebbe sedersi correttamente, altrimenti io non riesco a vedere la scena se lei mi sta davanti";
- lo spettacolo che stavano vedendo "troppo datato, un testo noioso, io voglio qualcosa che mi stupisca a teatro, meglio i testi contemporanei dei giovani";
- la gente in sala "nessun rispetto ormai per il luogo in cui siamo".

In settima fila, posto 22 (vicino al mio) una signorotta meravigliosa.
Elegantissima settantacinquenne simile a Frida Kalho, capelli neri raccolti in uno chignon, rossetto impeccabile, occhi scurissimi, rimmel ed ombretto, cappotto cammello, abito da sera, gioielli importanti ma non vistosissimi.
Ovviamente non ho resistito e, nonostante le facciacce di Eu, ho cominciato a discutere con la donna.
Teatro, arte e nipotini sono stati gli argomenti trattati con molta vitalità da parte sua.
Dopo due nanosecondi ne ero innamorato.
Dovremmo ritrovarci a vedere Goldoni ed Aristofane, sperem :)
Dite che devo organizzarmi per un'uscita pomeridiana con lei ? (Eu permettendo).

10 Comments:

Anonymous Anonimo said...

un tè! un tè, due pasticcini e tante belle chiacchiere tra nipotini, teatro e chignon!

11:48 AM, gennaio 10, 2007

 
Anonymous Anonimo said...

Io Io IO IO!!! Io m'innamoro sempre delle vecchiette per bene. Quelle con le pellicce ed i bottoni gioiello un pò ingialliti dal tempo (probabilmente regalati dal marito morto). Cmq fai tutto quello che io vorrei fare ma che per vari motivi poi non faccio. Sai che ti dico? Dimentico per un pomeriggio l'esame e vado a vedermi la biennale di Venezia, poi passo dalla nuova galleria d'arte moderna ed infine (se ce la faccio) vado a vedermi una mostra al Loggiato di SanBartolomeo (che è tanto figo da fuori ma non ci sono mai entrato). Chiamo la mia fidata "amica delle visite" e vado. Saluti a te ed Eu.

1:20 PM, gennaio 10, 2007

 
Blogger laollo said...

@ paciu
anch'io avevo pensato ad una cosa simile, ma mi sentirei molto Jessica Fletcher.
dovrei comprarmi un tailleurino ad hoc :)

@ patroclo
le vecchie elegantone e vedove mi mandano in sollucchero :)
buon pomeriggio a zonzo...
ma dove sei, a Venezia?

3:17 PM, gennaio 10, 2007

 
Anonymous Anonimo said...

sposala e poi adottate EU

8:12 PM, gennaio 10, 2007

 
Anonymous Anonimo said...

Ma allora non sono l'unico a trovare semplicemente irresistibili certe vecchie signorotte? Che fanno una tenerezza che ti verrebbe voglia di adottrale... :D

9:45 PM, gennaio 10, 2007

 
Anonymous Anonimo said...

Grazie, stanotte dormirò della grossa :P

10:48 PM, gennaio 10, 2007

 
Anonymous Anonimo said...

Io sono sulla buona strada per diventare una 'vecchia signora' con cui passare interi pomeriggi a parlare di teatro e nipotini... unico problema la capigliatura... ma ce la farò!

(Chignon forever)

1:35 AM, gennaio 11, 2007

 
Blogger laollo said...

@ liquido
ottima idea, così risolvo tutto :)

@ pascal
a me piacciono assai, le trovo irresistibili.
non devono però essere acide e incarognite, quelle le odio!

@ zeroshin
tu dormi sempre ^_^

@ vanity hair
beh, studieremo come farti uno chignon, così ti prenoto per un te ogni giorno :)

9:17 AM, gennaio 11, 2007

 
Anonymous Anonimo said...

Ecco, aspettavo qualcuno che mi facesse questa domanda...no a Palermo. Sul mio blog c'è un post sul pomeriggio trascorso. "Discuto" anche della teoria sugli un pò scemi. Ricordi Beckett?

1:23 PM, gennaio 11, 2007

 
Blogger laollo said...

vado a leggere :)

1:53 PM, gennaio 11, 2007

 

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